Coraggio di essere se stessi, coraggio dei propri desideri

Ce ne vuole, di coraggio, anche solo per aprirlo un blog.
Ce ne vuole, di coraggio, anche solo per ammettere che si ha un sogno, uno di quelli veri che immancabilmente non si realizzerà mai; però un po’ ci credi – o ci vuoi credere, giusto per continuare a vivere nell’illusione che prima o poi qualcosa cambierà.

E allora clicchi per l’ennesima volta sul tasto “crea”, però stavolta procedi. A piccoli passi, tirando un sospiro di sollievo misto a eccitazione a ogni minuscolo traguardo raggiunto.

Ti è sempre piaciuta da morire l’idea che qualcuno – che non fosse un parente venduto o un’amica che leggerebbe quello che scrivi anche solo per farti piacere promulgandoti come “la miglior scrittrice dell’universo” – apprezzasse quello che la tua mente malata partorisce e le tue dita fin troppo veloci scrivono. A volte sono così veloci che scrivono vere e proprie idiozie, strafalcioni che ti fanno sentire ai limiti dell’analfabeta; quelle cose che farebbero dire a mio padre: “Con tutti i soldi che ho speso per mandarti a scuola!”

Ma poi, chissenefrega se manca una virgola o ti dimentichi per strada una preposizione? Conta quello che hai da dire, e finché non ho cliccato “crea”, nemmeno sapevo bene cosa volessi fare con questo angolo di infinito.

Non lo so nemmeno adesso, che sono qui a lasciare correre le dita e i pensieri, aspettando di capire dove mi porteranno.

So solo che voglio esserci, in qualche modo, per qualche ragione sconosciuta. Voglio solo “essere”, voglio essere visibile anche dove di solito mi nasconderei.

Io sono sempre stata quella che alle feste addobbava i muri stile tappezzeria; quella che nessuno si filava, quella che “non ti chiederei di ballare manco se fossi strafatto”; quella che seppur già invisibile, cercava di esserlo ancora di più.

Chiariamo, non sono il mostro di Lochness, è solo per far capire la mia indole discreta.

Ma come può una persona che “da grande” vorrebbe fare la scrittrice essere una che si nasconde?

Forse il fatto sta proprio lì, avere una vaga ombra di coraggio e lasciare che resti tale, per non esporsi.

Dire di voler “esserci” e poi non avere il coraggio di buttare fuori la testa.